A passi di viandante
il tempo se ne va.
Stivali di lancette
picchettano il quadrante,
congenita zoppìa
divide in passettini
il giro dei destini.
Tic tac tic tac tic tac,
sempre lo stesso ritmo,
dipende dalla meta
quanto sia svelto o lento…
A passi di viandante
il tempo se ne va.
Stivali di lancette
picchettano il quadrante,
congenita zoppìa
divide in passettini
il giro dei destini.
Tic tac tic tac tic tac,
sempre lo stesso ritmo,
dipende dalla meta
quanto sia svelto o lento…
Vorrei che fosse fermo
questo orologio vecchio,
indietro, da buttare,
fermo ad un momento,
deformi le lancette
a catturare il tempo
e il primo bacio eterno,
ma lui continua a andare,
e intrappola i capelli
ai suoi dannati denti
per farmi camminare
e suona le mie ore…
Fugge il pensiero, almeno,
si tuffa dentro il mare
dove tramonta il sole,
lo vuole ripescare
e guadagnare un giorno,
dall’ovest del tramonto
all’est di un sogno spento
e farlo ritornare.
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