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Cielo di chiostra

By Poesia No Comments

Cielo di chiostra scuro,

mi chiudi come un muro.

Non trovo via di scampo

alla tragicità del tempo,

eppure stamattina,

guardando molto in alto,

vidi un gabbiano immenso

con l’ascia trasversale

dell’apertura alare

infrangere in silenzio

le lacce di quei nembi

che legano la mente,

che fermano il respiro.

Sparì in un’ascensione

quasi miracolosa,

lasciando giù stremata

la voglia di fuggire

che in me s’agita ancora,

ma teme di morire.

 

Sul mare dell’inverno

By Poesia 6 Comments

È da una settimana

che ci penso

e più non riesco a dire

se sia pietrisco rosa

o briciole di sogni

o sperso d’api polline

che quando va bottina…

È desiderio forse

che in giro si sciorina,

ma più non pesa il tanto

che serva per la vita,

la mia motivazione

prima che sia finita,

la polvere per ali

che mi mantenga in volo

il tempo che servirebbe

per una lunga vita.

Non resta più attaccata

la polvere di stelle,

alla mia pelle arsa,

non vibra più la luce,

non nascono i colori,

resta un afrore grigio

su piuma appesantita,

come un gabbiano emerso,

sul mare dell’inverno,

da morte solitaria,

che va ma non respira.

 

Questioni d’età

By Poesia 2 Comments

Vorrei essere più vecchia,

almeno di dieci anni,

per creare sintonia

fra il corpo malandato

e l’altra me che vuol volare,

fra intrecci complicati

di rondini in amore

ed essere di nuovo

il giglio della sabbia

o la ginestra in fiore,

il gabbiano che si tuffa

dall’alto della roccia

o la sua preda furba,

quel pesce blu e d’argento

che riesce con un guizzo

a uscirgli fuor dal becco

e a inabissarsi ancora,

felice dell’abisso…

Se fossi Crono, il tempo

mi mangerei la Terra,

come un’anguria tonda,

tanto m’è caro il succo,

la dolce vita rossa,

che cola dalla bocca

di chi può amare ancora.

Ma sono questa mummia,

più giovane all’interno,

seduta sulla barca

che Ra, dio del tramonto,

conduce in fondo al mare.

 

Amore sul tetto

By Poesia 3 Comments

Terrazza al quarto piano,

sciorina le sue ali nel vento

un enorme gabbiano

su un tetto poco lontano

sciogliendo in cielo

un roco canto lento.

Poi vola via contento

dopo l’accoppiamento.

La femmina, sorpresa, resta,

nella prima sera pare mesta.

 

Uno uno venti venti

By Poesia One Comment

Albeggia in azzurro puro

e già pare un fremito d’oro

un gabbiano in volo.

L’eco in o gutturale

di un lontano abbaiare

perfora lo spesso lucore

con un tunnel circolare.

Entra la prima aria annuale

nel mio lume bronchiale.

Tosse, sospiri, tremore,

un tè fra le mani notturne

con vapori clementi mi cura.

Il roseo pennello ad oriente,

già traccia la porta del giorno.

Per quanto tondo e profondo

sia questo assurdo silenzio

chi veglia comincia a sperare.

 

 

Virata disperata

By Poesia One Comment

Tossica intossica l’asma da ozono. Contro nubi di piombo cozza il colmo dell’ala di un gabbiano, solo. Non c’è niente che possa contro il peso del cielo, né il respiro, né il volo.

Tossica intossica

l’asma da ozono.

Contro nubi di piombo

cozza il colmo dell’ala

di un gabbiano, solo.

Non c’è niente che possa

contro il peso del cielo,

né il respiro, né il volo.

Il gabbiano (rondeau marino)

By Poesia 8 Comments

Il gabbiano delle madrepore nel sole

Se chiudo gli occhi

fra il sonno nel buio

vedo onde d’argento

*incresparsi a creare

la spuma del mare

per poi scivolare,

avvolgersi e mutare

proponendo madrepore

conglomerate chiare

sul fondo abissale

e mi sento cambiare

e divento un gabbiano

e volo sul molo…

… vedo onde d’argento… (riprendi da *)

L’augure (interrogando il grigio in cerca di auspici)

By Poesia 12 Comments

auspici

Affacciata al terrazzo

scruto il grigio omogeneo

senza sbavature di giallo

di un cielo stupefatto

dall’immobilità del vento,

già oppressa dalla notte

che fu avida di me

(mi mangiava, il materasso,

fino a fagocitarmi l’anima.)

Nell’assenza dei segni

(nemmeno un gabbiano

s’invola dai madidi tetti)

galleggio in totale naufragio

sull’ineluttabilità bastarda

del muto mio destino.

Vorrei dormire

By Poesia 6 Comments

il cuscino della donna vitruviana nella notte

Vorrei che si chiudesse

la cortina della notte,

io dentro, il resto fuori,

ma c’è ancora quel rumore

e il gabbiano piange il mare.

Per il resto, non va poi così male:

il novilunio già mi oscura,

nemmeno una canzone

canta la strada, tace la paura.

Libertà

By Poesia 10 Comments

panni di sera

Scende la sera

nostalgicamente.

Urla la carrucola

della corda del bucato

logora. Unico gabbiano

che ci resta. Solo un grido

rugginoso senza volo.

L’aria secca, il bucato

rugoso. Un paio di mutande

si suicida dalla finestra.

Si alza fredda la tramontana

le porterà  lontano…

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