Povera Picassa in crash,
perduta identità che si frammenta
rifratta su specchietti in simil vetro,
un occhio quasi spento sul passato
e l’altro sul futuro già in agguato,
il naso come un vomere del senso
ad arare certi odori di ragù
con la voracità della narice destra,
mentre l’altra, la francese, li detesta!
E la bocca, sensuale al davanzale,
fa il sorriso che di solito si fa
fra persone benvolute in società.
Ma dell’anima raminga cosa resta?
Forse l’artrosico arto metamorfosato
da una mano un tempo dolce molle
si protende verso il girovago seno
artigliando dal cuore ancora caldo
il guizzare da ittiosauro di un segreto…
Forse un amore fossile la salverà?
Chi le ridarà la sua unità?
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