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PoesiaSenza categoria

Picassa in crash

By Febbraio 19, 20174 Comments

picassa

Povera Picassa in crash,

perduta identità che si frammenta

rifratta su specchietti in simil vetro,

un occhio quasi spento sul passato

e l’altro sul futuro già in agguato,

il naso come un vomere del senso

ad arare certi odori di ragù

con la voracità della narice destra,

mentre l’altra, la francese, li detesta!

E la bocca, sensuale al davanzale,

fa il sorriso che di solito si fa

fra persone benvolute in società.

Ma dell’anima raminga cosa resta?

Forse l’artrosico arto metamorfosato

da una mano un tempo dolce molle

si protende verso il girovago seno

artigliando dal cuore ancora caldo

il guizzare da ittiosauro di un segreto…

Forse un amore fossile la salverà?

Chi le ridarà la sua unità?

4 Comments

  • gigifaggella ha detto:

    Sono indeciso tra surrealismo e cubismo per quanto riguarda il dipinto (ma è il tuo?) i versi mi sembrano espressione di ermetismo, ma rileggendo un paio di volte il significato si afferra… 😉

    • silviacavalieri ha detto:

      Il dipinto (se così si può chiamare, dato che è un’operina digitale) è mio ed è ispirato da un quadro di Picasso (Marie Therèse nell’arcobaleno, 1939, olio su tela, Collezione privata) che avevo ben impresso in mente e che molto malamente e indegnamente ho interpretato, con un veloce schizzo. La mia intenzione era di rendere l’idea della divisione di un io tormentato, in cui le singole parti del sé, qui rappresentate come narici, occhi, ecc. esprimessero volontà e personalità diverse, in un momento di grave difficoltà emotiva. La decostruzione della prospettiva e la decostruzione della personalità… cubismo psichico? 🙂 Per il resto non so che cosa risponderti, la poesia in effetti può risultare piuttosto oscura a chi la legge, ma me, quando la scrivevo, appariva chiara, forse si tratta di ermetismo involontario? Ti ringrazio tanto per il tuo commento e per l’attenzione con cui mi segui, che mi fa molto piacere.

      • gigifaggella ha detto:

        Cara Silvia le poesie sono il linguaggio dell’anima e solo chi padroneggia quel linguaggio può avventurarsi su quel difficile sentiero. Scrivere un pezzo di narrativa è molto più facile, lì son bravi tutti, ma una poesia no, una poesia tocca corde che un discorso logico non può toccare. Una poesia non va capita, ma “sentita” col cuore e, se traspare emozione, questa va oltre il significato consequenziale delle singole parole… è sempre un piacere dialogare con te, bell’anima.

  • Antonio ha detto:

    con tutto il rispetto per le opere di Picasso e il tuo “elaborato digitale”……sono attratto dai chiarioscuri del Caravaggio…..
    spero non me ne voglia….

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