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Se la gente mi ascoltasse, una volta che una volta, non dovrei e invece…

By Prosa No Comments

Parliamone, allora, di questo mio viaggio

di rutilanza ad occhi chiusi e luce surreale,

perché, da adesso in poi, non mi vorrei svegliare…

Godermi per un poco la follia che tutto scusa,

la pelle nuda esposta al vento di una scia stellare,

frusciando di atomi eccitati e pioggia nucleare,

tanto, se do retta agli altri che non fanno che parlare,

senza peraltro mai una volta degnarsi di ascoltare,

mi ridurrò  in amorfa poltiglia cerebrale,

pronta da impanare, per la frittura all’italiana,

ma non più buona per poter pensare.

Quindi ho deciso che  partirò con Aladino,

su un sericeo  e ben drogato tappetino

e mi darò al lusso anch’io di delirare,

conservando tuttavia il mio senno sulla luna

in attesa che qualcuno se lo venga a conquistare.

Riversa

By Poesia No Comments

spazialità del vino
Giochi di vino
e luce di candela
per ingannare l’anima
Ampi spazi
dividono la mente
nella quieta follia
Suppurazione del silenzio
gocciola il terrore
macchiando il tavolo
Gettami sui tuoi dolori
bevimi adesso
fino a farmi morire
riversa nell’estasi.

Marmorea

By Poesia 2 Comments

marmorizzazione aurorale

Marmorizzare il cuore

con impacchi di dolore…

Questa notte quasi bianca

con striature antelucane

di follia, così simili all’alba,

ma più dolorose al tatto

quando palpo l’anima mia…

Non farmelo più, di sparire,

andare, tornare, odiare,

poi dire di amare.

Che creatura vorresti,

uomo mio, al tuo fianco?

Credo un frigido biacco

da poter calpestare,

ma quel tanto che basta

per non farlo morire.

Strisciare, giammai,

quanto al resto, ci siamo:

Tu mi stai congelando,

e sarà molto bello

quando tutto ad un tratto

smetterò di patire…

Sarò statua di marmo,

che non dà, non riceve

ed è pronta a partire.

Non ho più

By Poesia No Comments

Fatica

 

Non ho più

nessuna ispirazione.

Io prima ci mettevo tutto,

sangue, fantasia e la follia

che poi regolarmente

mi veniva rimproverata

e, come i bravi commedianti,

tanta improvvisazione.

Guitto d’eccezione, io, la vita

me la inventavo

sul ritmo del respiro

e cercavo di saziare

la fame d’amore.

Non mi chiedere adesso,

insano fruitore

del mondo che appare,

dove tutto è così saggio

e corretto, di provarci

di nuovo. Con regole tue.

Non ho più ispirazione.

La cura

By Poesia No Comments

aranciatasanguinello

Ichirogamaim.

Trascinatemi là, per favore

quando mi rotolerò per terra

gemendo di dolore.

Ve lo chiedo da adesso

perché, dopo,

non saprò più parlare.

E dovrete far presto

prima che mi perda

nel silenzioso orrore

di una quieta follia.

Non abbiate paura.

Diventerò una piccola cosa,

una spazzola per vestiti

con le setole grigie

abitate da ragni neri.

Così infetta sarà la mia mente,

così infetti i pensieri.

Nel mio sangue infermo

raccolto in una zuppiera

caritatevole

di plastica verde

galleggerò quietamente.

O diventerò un gomitolo

di lana usata rossa

che più non si dipana

in pensieri.

Troppo infeltrita la mente,

troppo infeltrita la vita…

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