Skip to main content

Fine di una bella giornata

By Poesia One Comment

Sta scendendo la sera prestamente

con passo montanaro cadenzato

dal culmine montuoso del mio giorno.

Troppo svelta, troppo bella, troppo vera,

non sente la fatica lungo il fianco?

Non teme che la notte la depredi

degli ultimi splendori del suo cielo?

Se non sospira lei, sospiro io.

Rallenta, mia dolcissima ragazza,

attenua il languimento del tuo canto

e scaglia qualche stella sul mio mondo,

trasformando in speranza il mio rimpianto…

 

Ieri, in Venezia

By Poesia 4 Comments

Questa sera la sentivo più mia

con le vene dei canali sotto i passi,

languido il corpo dischiuso

alle carezze dell’ultimo sole

come un donna stanca che si offre

appena prima di dormire…

Chi l’avrebbe detto, amico caro,

che mi cammini accanto 

condividendo le fatiche del mio fianco

che, dopo tanta indifferenza,

reciproca direi, in questo maggio freddo

un po’ l’avrei amata,  di un amore incerto, 

un po’ mi avrebbe accolto nell’esilio stanco?

Nota: L’immagine, intitolata “il Pontino” è un acquerello di Riccardo Scarpellini

Pareti

By Poesia No Comments

Finestra

Certo che no!

Così facilmente

la notte non passa.

Deve morire filtrando

rigagnoli d’alba

dalle persiana.

E tu, viva carne

accanto al mio

tormentato fianco,

che respiri

e sussulti sognando,

ti devi svegliare.

Rinuncia a quei laghi

di sonno dorato

di sole in cui cadi

continuamente

dopo avermi chiesto

con voce impastata

se è tardi!

È tardi infinitamente

per la mia noia,

per l’ansia

che mi attanaglia,

per la notte svenata

in dolente agonia,

che sviene in deliquio

su queste pareti

di vita finita.

Indossare le mani

By Poesia 2 Comments

Mani di notte

Mi piace averti addosso,

sentire le tue mani

sul corpo e sulla faccia,

o lungo tutto il fianco,

mentre tu ancora dormi

o, più semplicemente,

costringerle nel pugno

e poi sentirle fremere,

come farfalle docili,

pulsanti d’ali fragili,

fatte d’amore ostaggi.

La vecchia cavalla

By Poesia No Comments

La cavalla stanca

Ecco che cosa sono,

adesso te l’ho detto:

una cavalla stanca

di tirare il carretto,

e poi non so nemmeno

che cosa ci sia dentro,

ma so che pesa tanto.

Sono una bestia adatta,

col fianco largo e grosso,

ho fatto solo questo,

sempre coi paraocchi,

siccome son balzana

a volte trotterello,

ma mi è venuta a noia

la polvere di strada,

con quel colore giallo,

e andare avanti un poco

e poi tornare indietro,

monotono è il mio viaggio

e nel nitrire al vento

non essere ascoltata

e tu che sei gentile,

tu mi cammini accanto

non gravi sul mio basto

e non mi frusti mai,

ma quando parli gridi

ed è come un comando.

Alpeggio.Il ritorno

By Poesia One Comment

Donna curva davanti al camino

Sono sfatte le balle di fieno

-e satollo riposa il bovino-

siede stanco il pastor settembrino,

tutto il latte già bolle nei rame

e tu china sul fuoco serale

mostri il fianco voglioso d’amore

al tuo uomo che ha fame di te.

Il fianco della montagna dei sogni

By Poesia One Comment

montagna graggita

E sogno ostinatamente

di volare.

Dopo tanti anni

il sogno ancora quello,

le mie ali non so,

non me le vedo mai.

Apro la finestra

e non è suicidio,

fa un po’ paura,

è solo libertà.

L’aria sempre

così tersa e l’azzurro…

solo la montagna

stavolta è diversa.

Pare d’autunno,

vestita di rami,

ma le foglie oramai…

e il suo fianco è graffito

dal martirio del tempo.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: