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Nave di città

By Poesia 5 Comments

Volge al termine la giornata.

Io, alla prua di questa nave di cemento,

fingo di governare i miei giorni,

ma sono qui a delirare d’orizzonti

nel chiuso di una piccola chiostra.

Fingono con me i gabbiani di città

i lunghi voli della libertà

e garrisce e stride il coro

col sartiame in tormento

delle vele condannate al porto

lontane dal donarsi al vento…

 

Se la gente mi ascoltasse, una volta che una volta, non dovrei e invece…

By Prosa No Comments

Parliamone, allora, di questo mio viaggio

di rutilanza ad occhi chiusi e luce surreale,

perché, da adesso in poi, non mi vorrei svegliare…

Godermi per un poco la follia che tutto scusa,

la pelle nuda esposta al vento di una scia stellare,

frusciando di atomi eccitati e pioggia nucleare,

tanto, se do retta agli altri che non fanno che parlare,

senza peraltro mai una volta degnarsi di ascoltare,

mi ridurrò  in amorfa poltiglia cerebrale,

pronta da impanare, per la frittura all’italiana,

ma non più buona per poter pensare.

Quindi ho deciso che  partirò con Aladino,

su un sericeo  e ben drogato tappetino

e mi darò al lusso anch’io di delirare,

conservando tuttavia il mio senno sulla luna

in attesa che qualcuno se lo venga a conquistare.

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