Già tramonta il giorno
dietro ai palazzi stanchi,
lascia i suoi cenci chiari
impigliati ai tetti aguzzi.
Che fretta ha di spogliarsi
del rosa e del corallo?
Che fretta ha di tuffarsi
tra i gridi dei gabbiani,
nell’urto delle rocce,
nel buio della notte?
Forse per lui che è eterno
il risveglio è garantito,
per noi, poveri umani,
è un dono ripetuto…
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