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Sopra un mazzetto funebre di Anthurium rosso

By Poesia No Comments

Il fiato della morte

posato suoi bei fiori…

Si spengono i colori

e presto sarà polvere

ogni corolla o foglia,

in triste metamorfosi

che muterà gli odori,

come di fieno o paglia

quando l’estate langue

di sete e pianti amori.

Tutto però è tranquillo,

avviene a poco a poco,

con una dose giusta

di inutile soffrire,

l’accartocciarsi appena,

in rughe dignitose,

il gambo che vien meno

e un giorno si rassegna

e a terra si consegna,

senza nessun rumore.

 

Sul mare dell’inverno

By Poesia 6 Comments

È da una settimana

che ci penso

e più non riesco a dire

se sia pietrisco rosa

o briciole di sogni

o sperso d’api polline

che quando va bottina…

È desiderio forse

che in giro si sciorina,

ma più non pesa il tanto

che serva per la vita,

la mia motivazione

prima che sia finita,

la polvere per ali

che mi mantenga in volo

il tempo che servirebbe

per una lunga vita.

Non resta più attaccata

la polvere di stelle,

alla mia pelle arsa,

non vibra più la luce,

non nascono i colori,

resta un afrore grigio

su piuma appesantita,

come un gabbiano emerso,

sul mare dell’inverno,

da morte solitaria,

che va ma non respira.

 

Baia Sardinia

By Poesia No Comments

Non tutti i ricordi

sono a colori.

Io mi domando perché

quella spiaggia di sole

nella mia mente sia grigia.

Forse perché era settembre,

faceva troppo freddo

per essere, noi due,

in Sardegna.

Avevo su il bikini ridotto

giallo a pallini blu

piuttosto grandi

ed un maglione color crema

norvegese molto spesso.

Anche la sabbia lo era.

Fredda. Non grigia, quasi nera,

come mi può apparire adesso.

Ma d’oro e io non la vedevo.

Avevo i piedi nudi e freddi.

E sorridevo. A te? Perché?

Per ingannarti e fingere

di essere felice?

E invece mi montava la paura.

Che il grigio ci invadesse,

addio begli anni sciocchi!

Così -fu la mia unica volta-

mi sbronzai di mattina

con un secchissimo Martini,

digiuna. E l’olivina.

Dopo, fu tutto uno zigzagare

affondando nel litorale.

E giunse l’ora amara di partire.

 

Incubo apocalittico non necessariamente predittivo

By Poesia 4 Comments

Squassata dentro

dalla troppa violenza

del vento furioso

alle porte del tempio,

vinta dalla sfida del figlio

ancor prima di giocare…

Su ginocchia di marmo

crolla la cattedrale,

le vetrate librandosi

in colori taglienti

come folli farfalle

in volo absidale.

Si genuflettono le scale,

pendono i Serafini

dalle volte a crociera,

sesquialati pipistrelli

in bozzoli regali.

Rutilanti Troni vorticano,

divino ardore

di ocelli inquietanti

in sé manifestando.

Quanta ira ci fu, ci sarà

o forse c’è proprio ora?

Con la Geenna che divora

il mondo esterno reale,

grande inceneritore

per i miseri nudi corpi

mangiati dalla lebbra epocale,

i morti senza colpa,

ma anche i pessimi, a volte.

Fugge, ma non si puoi rifugiare,

non fuori dal regno, non dentro,

il profeta, pellegrino infedele

 

Per illustrare la mia poesia  ho avuto il privilegio di accedere allo squisito originale di un bozzetto di vetrata di cattedrale, opera inedita dell’artista livornese Athos Rogero Natali, (1881/1975) pittore, scenografo e ideatore ed esecutore di vetrate artistiche istoriate

 

Il giorno dell’ansia

By Poesia 3 Comments

Oggi è uno di quei giorni

di tempo così espanso

che ogni minuto dura

un quarto d’ora, un tempo

di scorrimento lento,

come un fiume alla foce,

morte al rallentatore.

Il silenzio ha una connotazione

da esecuzione capitale,

un nodo scorsoio alla gola

senza poter  mai parlare.

C’è una calma in giro

senza colori e sentimenti,

un fine estate crepuscolare,

un tramonto senza gloria

né colore, senza voglia

o potere  di gridare,

laringectomia sacrificale,

un grigiore interiore

che vetrifica lo sguardo

nella cataratta di chi aspetta

senza poter vedere il mostro

della sua paura.

 

 

Metamorfosi vaccina

By Poesia 3 Comments

Caro dottore,

dammi l’ansiolitico,

levami l’ispirazione,

baratto con l’anestetico

l’afflato poetico.

La sensibilità mi rovina,

dammi una medicina,

voglio guardare il cielo

solo per sapere

se domani si va al mare,

senza accorgermi dei colori

e dei ritratti di dio

fra le nuvole,

coronati da raggi di sole,

che posso vedere

nelle pareidolie anemofile

delle mie sere.

Dottore, fai di me

una mucca pasciuta

che rutta sapori aromatici

e si contenta di ruminare

il pasto  vegetale

prima di dormire

senza  provare rimorso

se ha ingoiata farfalle

e margheritine intere…

Concerto

By Poesia 4 Comments

tre rosoni sulla volta stellata

Ci sono certi quadri che

e certi cieli che

e certi mari che

e certi sguardi che

e certi suoni che

e dei colori che…

L’impero delle luci,

io penso sempre a quello,

poi il ghiacciaio,

poi le mie Maldive

e quel tramonto

l’altra sera

e le tue mani che,

sull’organo posate,

cavando note e voce

alla riottosità della tastiera

pallide raminghe

d’inconsapevole profeta

involano il mio cuore

ben oltre alla navata.

Il rinculo

By Poesia 2 Comments

farfalla amputata

Un tempo mi si aprivano le ali

se solo pensavo di volare,

la polvere a colori di farfalla

mi si attaccava al dorso

e mi vestiva di splendore,

leggera, colorata, avventurosa,

impermeabile del tutto alla paura.

Ora mi avventuro per la strada

pesante come d’afa e di dolore,

la voglia di partire dentro al petto

e goffi tentativi di fuggire:

Un salto, una rincorsa, un balzo breve

e poi quel tonfo forte di rinculo

dai miei talloni fino in fondo al cuore.

L’infinito dentro

By Poesia 2 Comments

Credenza

E la sera disegna

colori inventati

versando il suo sole

sulla legna scolpita

dei mobili vecchi

più di una vita.

Alla voce dei tarli

si azzurra il mio cielo

con manciate di stelle

spruzzate sul muro,

definito confine

di una breve via lattea,

l’infinito l’ho dentro,

è un pensiero stupendo…

Non so dipingere

By Poesia 5 Comments

donne gialle

Io sono un poco grezza,

impaziente, non posso

finire sempre un quadro.

Dipingo l’idea, poi fuggo.

Non credo nella simmetria,

la fantasia distorce tutto,

amputa dita e sorrisi,

getta a secchiate

i colori dell’anima

sui volti spaventati

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