Dalla finestra all’ultimo piano,
affacciata sul rosso dei tetti,
vedevo l’alba entrare in paese
furtivamente, strada per strada,
trascinando filacce dorate
che l’aspro artiglio della montagna
dalle vesti le aveva stracciato.
Non udivo il rumore dei passi,
ma argentee note, come di cetra,
cadere a gocce e petali rosa
nel silenzio del calmo mattino.
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