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Fine di una bella giornata

By Poesia One Comment

Sta scendendo la sera prestamente

con passo montanaro cadenzato

dal culmine montuoso del mio giorno.

Troppo svelta, troppo bella, troppo vera,

non sente la fatica lungo il fianco?

Non teme che la notte la depredi

degli ultimi splendori del suo cielo?

Se non sospira lei, sospiro io.

Rallenta, mia dolcissima ragazza,

attenua il languimento del tuo canto

e scaglia qualche stella sul mio mondo,

trasformando in speranza il mio rimpianto…

 

Ars poetica

By Poesia 3 Comments

Scrivendo carmi stupidi

molcisco il mio umor languido

e canto rimbombando,

un’armatura vuota

in una stanza vuota

in un palazzo vuoto

su un isola lacustre

di un vasto lago vuoto.

E occhi di bambina,

i miei occhietti vispi,

incontro dal passato

e un po’ mi riconosco.

Vate sul water bianco

inutile mi spendo,

un po’ di carta igienica

nell’acqua di un rimpianto

galleggiano i miei versi,

nulla di eterno, o amabili,

che forse mi leggete

sopracciglia aggrottando.

 

La cheffe

By Poesia No Comments

Sto creando una mousse

vernale anticipata

primavera destrutturata

un po’ di sole e petali di rosa

odor di fieno e stalla afosa

connubi d’amore

e note del canto alto

di un asino pazzo al pozzo

che raglia alla luna rossa

e argento rotto di onde di mare,

tutto tritato da spalmare

sul pane di sorgo nero

di questo inverno spettrale.

 

Storia di un lavandino rotto

By Poesia No Comments

Condizioni non brillanti

e eventi contingenti

sono la stoppa intorno

a un tubo un po’ rotto,

il mio vizio di raccontare

anche quando non posso.

Così parlo di meno, ancor meno

io canto, mantengo soltanto

quel niente di flusso

che è un po’ il mio respiro,

mi vive ed io vivo…

Tutto qui. Questo è quanto.

 

Amore sul tetto

By Poesia 3 Comments

Terrazza al quarto piano,

sciorina le sue ali nel vento

un enorme gabbiano

su un tetto poco lontano

sciogliendo in cielo

un roco canto lento.

Poi vola via contento

dopo l’accoppiamento.

La femmina, sorpresa, resta,

nella prima sera pare mesta.

 

2 Novembre

By Poesia 2 Comments

Oggi lo sento nell’aria

questo novembre di ossa,

fradicio triste colloso,

striscia sui tetti di pioggia.

Cadaveri vani di canto

sfogano i mesti gabbiani

rincorsi dal rude maestrale,

traditori immondi del mare.

Quanto lontana è l’estate!

Quasi non provo rimpianto.

Sai, mi succede ogni giorno

di non volere più niente

indietro dall’avido tempo.

Intanto sbiadiscono in cielo

le ultime stelle al mattino,

io sono svegli dall’alba

e con i miei morti in ritardo

mi giro la casa in silenzio

spazzando i fasti di ieri

con questa coperta di lana

che mi riscalda le spalle,

strappata ad un letto di sogni

che ormai chissà dove vanno.

Di te quel che amo (rondeau infinito)

By Poesia 10 Comments

due per le stelle

Quel tuo stancarti

*quando mi baci troppo

e ti manca il respiro

per l’ emozione.

Quello sguardo di bimbo

e il tuo canto

quando sei contento

e le dita sottili

delle tua mano

che stringe la mia,

ben più tozza.

La tua pelle tesa

e setosa, di te amo

ogni cosa: Quando

sei in cerca di sonno

e mi appoggi

la testa sul petto

e ti addormenti

e diventi pesante

e mi schiacci

e ti sveglio

e ti mando via

e tu te ne vai,

poi ritorni.

Amo che torni

e mi baci e ti stanchi.

Amo…

…quel tuo stancarti… (riprendi da *)

 

Canto notturno della Berta maggiore

By Poesia 5 Comments

berta-maggiore

Pover Berta solitaria!

Ho urlato e pianto

spiccando selci dalle pietre

sporcando mare e litorale

col mio strano canto,

un po’ vagito in culla

un po’ roco rimpianto,

ah quanto forte, quanto vano!

Sola sulla scogliera

col destino accanto

e davvero nessuno

a sostenere il mio volo

come un benefico vento

a gonfiare le piume…

Mi rifugerò questa notte

fra le aguzze braccia

di silenti rocce,

caritatevoli orecchie

del tempo che non ode,

ma scava e frantuma

queste miserie umane.

 

 

Sputi di sirene

By Poesia No Comments

sirena-con-pesci-tropicali

Sputi di sirene

in mezzo al mare,

questa l’amarezza,

oggi del cuore…

Sporco di rabbia

questo temporale,

né la pioggia perdona

di lacrime il cielo

l’azzurro non c’è

e non può ritornare.

Sono una creatura

molto bella e canto

molto bene

per chi mi sa ascoltare,

ma lacererò di grida

come le sirene

chi mi fa del male.

Equinozio del 20 marzo 2016 ore 5 e 30

By Poesia No Comments

nanna

Vorrei parlare di te

quando dormi

e lo farò stamattina

presto, adesso,

quando l’equinozio

di questa primavera

e la rorida aurora

cospargono di rosa

e terra e cielo.

Tu dormi beatamente

con ostinazione d’infante

in totale abbandono

all’estasi  del sogno

e se non è una qualità

questa di te, che io canto

e addirittura adoro,

almeno è una piccola cosa

che crea la tenerezza

e ricopre l’amore nostro

di petali di pesco.

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