Onirici tormenti
decorano la notte
di ali di farfalla
e vetro cattedrale
e trapani di pioggia
perforano le orecchie
vibranti dei cristalli
di un brindisi fatale
sofficità del letto
silente mi divora
estrude la mia carne
in danze decomposte
e rivoli d’angoscia.
Come una sposa morta
io stringo nelle mani
un putrido origami
di fiori non fioriti,
lo stanco mio domani
che sboccerà ubbidiente
lungo le pieghe certe
segnate dal destino.
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