Quando del tuo corpo stanco
si fermerà la danza e si tacerà
la cadenza del sangue nel cuore
dimmi, senile figlia del tuo tempo,
sai se sarà la notte a custodire
la piccola ballata del tuo amore?
Quando del tuo corpo stanco
si fermerà la danza e si tacerà
la cadenza del sangue nel cuore
dimmi, senile figlia del tuo tempo,
sai se sarà la notte a custodire
la piccola ballata del tuo amore?
Chi curerà la mia paura,
la cecità delle mie notti insonni,
chi fugherà la notte dai miei sogni?
Mi manchi, amore mio. Lo so: sono banale.
Vorrei parlarti con la brillante voce
che al pomeriggio risorge dalle aiole.
Sono le rose, amore dolce,
le rose gialle e rosse che dicono colore.
Chi curerà la nostalgia
ed il rimorso per il tuo precoce volo?
La primavera, amore, sboccia adesso,
ma le manca la luce del tuo sguardo.
Mi ossessiona la mente il caprifoglio
sdraiato fra la panna dei suoi fiori
a suscitare il delirio dei mie sensi.
Sento il profumo della pelle calda,
brucia il tuo corpo offerto alle carezze.
Non volevo dirtelo, lo so, tu piangi spesso:
la nostra colombella è morta stamattina.
Il nido silenzioso mi ha avvertito.
Ah, l’inesperta, piccola creatura
ha scelto male la sua prima casa!
Il gelsomino l’ha accolta e l’ha sedotta,
me l’ha uccisa con l’esca del profumo.
Chi curerà la solitudine,
nei lunghi corridoi dalle infinite svolte,
dove risuona l’eco dei tuoi passi,
leggeri come petali caduti?
Questa è la vita adesso, amore mio:
un delirio di odori e di colori.
La cura, lo sapevi, il tuo ritorno…
Sei tu il mio fiore o tutti i fiori.
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