Io, povera me, stanchissima,
seduta sulle casse un trasloco
sto a contemplare attonita
i tempi della mia vita.
Lembi di pelle d’anima
sento che ho lacerato,
ma ho conservato gli acari,
e gli album delle foto…
Abbiamo venduto
scampoli di vita
a poco prezzo,
ci è bastato un orecchio
di pietoso ascolto.
Ho venduto parole
alla mia fermata
sotto il portico nero
minaccioso di piccioni
e calcinacci sparsi
mentre aspettavo il bus(se).
Mi hanno venduto
funerali e i loro morti,
spese al mercato
messe dai greci,
e operazioni all’anca.
Si fa per solitudine
di vendersi così.
È stato in primavera
e poi d’inverno
e hanno saputo
che tu suonavi il piano
e che studiavi molto
ed è passato il vento
e tanto tanto tempo,
sei diventato grande
e io non esco più.
E va bene!
Ti ho fattio ingrassare
ti ho offerto frittelle di mele,
ma hai notato, ieri sera,
mio amore,
come dolci fiorivano i baci
con sentori di primule e viole?
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