Non manca molto
a che il vento
spezzando i rami
porti mutamento
e soffierà sul fuoco
e io ci sarò dentro
fra braci e fra tizzoni
ridendo e risorgendo…
Non manca molto
a che il vento
spezzando i rami
porti mutamento
e soffierà sul fuoco
e io ci sarò dentro
fra braci e fra tizzoni
ridendo e risorgendo…
Scusa, volevo dire
che sono più delle nove,
le ventuno e venti
per essere precisa.
E non tirarmi così,
in questa raffinata tortura
antica come Ettore e Achille,
legata al tuo carro
lungo la rovinosa
strada del destino,
i miei fragili polsi
e la testa già immersi
nel sangue dorato
dell’occaso,
io, obolo estremo
di un amore sfinito
e le caviglie sottili
coi piedi in cammino
verso l’oriente
e il suo sole nascente.
Mi spezzerò presto
per questa agonia
che da tempo mi è vita…
È stato duro
in questi giorni
spogliare la mente
dagli abiti nuziali,
mentre cadevano a terra
i ricordi dei giorni
ed un senso di morte,
vuoi per gli acari,
vuoi per la polvere,
attoscava il domani
con i petali stanchi
di sfogliate speranze…
Le facce vere riverse,
come mozzate via
con la testa.
I sentimenti e il furore,
spazzatura confusa
col sangue, il silenzio,
l’indifferenza e l’orrore
segreto di pochi,
passanti senza bocca
per non voler parlare.
Su quel che resta
del povero collo
già issata
la maschera vuota
dal sempiterno
asservito sorriso
soltanto dipinto
per poter continuare…
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