Skip to main content

Il mio cuore solstiziale

By Poesia 4 Comments

 Io, già sorpresa in agguato

dalla viltà del natale

che, dalla vanità della neve

dei suoi accampamenti invernali,

mi raggiunse a Livorno

colpendomi alle spalle

con una pugnalata

sottoscapolare,

pneumotorace esistenziale,

mi rifugiai al triage

di quel piccolo bar

di via Grande

per respirare.

La cameriera,

vestita normale,

mi domanda operosa

che cosa mi può portare

“Una cioccolata calda!”

singhiozzai moribonda.

(E chi se ne importa

se fa ancora caldo

sotto l’alito affranto

di un libeccio epocale?)

“Ma che sia dolce non troppo

e molto, molto amara

per buttar giù in pochi sorsi

i miei vecchi vecchi ricordi…”

…Io già sorpresa in agguato,

oramai quasi morta,

mi buttai ieri sera

dentro il letto a riposare.

Verso l’alba,

incalzando ancora

un gran vento e il tenebrore,

riprese a battere piano,

sotto il palmo

della mia stessa mano,

il mio cuore solstiziale.

Per ricominciare…

 

 

Finché ce ne sarà

By Poesia 5 Comments

Oggi possiamo dirglielo,

a ’sto destino infame,

che noi non ci crediamo

che faccia tutto lui.

È solo un vagabondo,

che vive di espedienti

ben spesso millantando

poteri che non ha,

proprio come quei cani

che abbaiano fintando,

finché rimane chiuso

il cancello che protegge

la loro coda bassa,

un  segno biasimevole

di squallida viltà.

Crediamo appena al fatto

che l’esser messi al mondo

non sia soltanto un dono,

ma anche un forte rischio

di non provare gioie,

amori, feste e fasti,

ma stenti ed abbandono

e che per tutti quanti,

che siano re o bastardi,

la fine della strada

venga segnata sempre

dal marmo statuario,

o quello di Carrara,

o altra pietra o sasso

di bassa qualità.

Perciò, caro destino,

noi ce ne andiam cantando,

finché la voce in gola

non muore di stanchezza

e poi ricominciamo.

Giochiamo come bari,

vogliamo prender tutto

e farlo tutti i giorni,

o meglio a tutte l’ore.

Noi non ti lasceremo

tutti quei tempi morti

che l’ansia e la paura

sottraggono alla vita.

Noi siamo dei ribaldi,

pirati e masnadieri,

disposti a bere tutto,

purché ci sbronzi bene.

Ti sputeremo addosso

dall’alto eroico poggio,

che è anche il nostro abisso,

finché ce ne sarà…

 

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: