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Il ritorno

By Poesia 6 Comments

Quando manca mezz’ora

alla fine del viaggio

penso alla vita,

alla scatola chiusa

che contiene il futuro:

Ogni volta che l’apri

poi rimani deluso,

se non l’apri non vivi,

ma continui a sognare.

Niente mai fu più bello

di quei sassi di vetro

che, quand’ero bambina,

io trovavo sul mare.

Quelli e qualche conchiglia

io vorrei ritrovare,

la mia gioia promessa,

non la sabbia ed il sale…

 

 

 

Il mio tempo

By Poesia One Comment

Mi  ero scelta il mio tempo,

solo un piccolo avanzo,

era il tempo del dopo.

Dopo aver provveduto,

con amore, s’intende,

a ogni mia obbligazione

da pagare alla vita,

avrei fatto quel viaggio,

avrei scritto quel libro

e cercato i parenti,

quelli mai conosciuti,

avrei dato una festa

e ti avrei risposato,

a metà  per amore

ed il resto per celia.

Sarei stata a New York

sorvolando le guglie

di quei cieli turriti.

Avrei fatto di tutto,

proprio tutto, ma dopo.

Io ora ci sguazzo,

nel mio dopo che è adesso

e mi sento ingannata,

mentre corrono i giorni,

quelli che non c’è dopo,

quelli che “sono stanca”

“sono stanca e malata!”

 

 

Se la gente mi ascoltasse, una volta che una volta, non dovrei e invece…

By Prosa No Comments

Parliamone, allora, di questo mio viaggio

di rutilanza ad occhi chiusi e luce surreale,

perché, da adesso in poi, non mi vorrei svegliare…

Godermi per un poco la follia che tutto scusa,

la pelle nuda esposta al vento di una scia stellare,

frusciando di atomi eccitati e pioggia nucleare,

tanto, se do retta agli altri che non fanno che parlare,

senza peraltro mai una volta degnarsi di ascoltare,

mi ridurrò  in amorfa poltiglia cerebrale,

pronta da impanare, per la frittura all’italiana,

ma non più buona per poter pensare.

Quindi ho deciso che  partirò con Aladino,

su un sericeo  e ben drogato tappetino

e mi darò al lusso anch’io di delirare,

conservando tuttavia il mio senno sulla luna

in attesa che qualcuno se lo venga a conquistare.

La vecchia cavalla

By Poesia No Comments

La cavalla stanca

Ecco che cosa sono,

adesso te l’ho detto:

una cavalla stanca

di tirare il carretto,

e poi non so nemmeno

che cosa ci sia dentro,

ma so che pesa tanto.

Sono una bestia adatta,

col fianco largo e grosso,

ho fatto solo questo,

sempre coi paraocchi,

siccome son balzana

a volte trotterello,

ma mi è venuta a noia

la polvere di strada,

con quel colore giallo,

e andare avanti un poco

e poi tornare indietro,

monotono è il mio viaggio

e nel nitrire al vento

non essere ascoltata

e tu che sei gentile,

tu mi cammini accanto

non gravi sul mio basto

e non mi frusti mai,

ma quando parli gridi

ed è come un comando.

Rotta di tramontana

By Poesia 4 Comments

spinnaker

Gli alberi

delle barche

canteranno

tintinnando

parole d’aria

senza senso,

ma d’argento.

Oggi si leverà

un gran vento,

quello buono,

che ci piace

per salpare,

che svela

al viaggio

isole lontane

e quanto sia fondo

e scuro il mare,

quello che gonfia

di sogni testardi

lo spinnaker

del cuore.

Noia profonda

By Poesia 4 Comments

noia esistenziale fumetto

Mentre mi annoio

provo rimpianto

per le ore perdute

che, se le sommo,

fanno i miei anni.

Ore di tedio,

che oggi detesto,

che implorerò in cambio

del negato domani,

alla meta del viaggio,

né mai torneranno.

Il vischioso languore

dell’estivo imbrunire,

i rumori guardinghi

di questo sobborgo

ambìto da molti

e cha a me sa di tomba,

nonostante il mare,

i confini della strada,

il muro in mattoni

della casa di fronte

che tinge di rosso

i miei falsi tramonti,

il cancello, la palma,

le mezze parole:

tutto questo mio male,

calcinaccio in rovina

di un crollo morale,

varrà quanto l’oro

se, in fondo al respiro,

non troverò il fiato

di un nuovo minuto

per potermi annoiare.

 

 

 

 

 

 

Piccole icone (il vero matrimonio)

By Poesia, Senza categoria No Comments

icone

Il vero matrimonio fu celebrato un giorno,

non mi ricordo quando, ma c’era il sole e tanto,

almeno quello dentro. Non mi ricordo dove,

ma certo fu sul mare, quel piccolo paese…

Il tempio, una vetrina, di quelle fatte specchio.

Tu fosti il celebrante, e questo il breve rito,

guardandoci riflessi, dicesti col sorriso:

“Siamo una bella coppia e avremo due bambini.”

Espressi il mio consenso, scandendo loro nomi,

anzi, per il maschietto, lo pronunciammo insieme,

per la bambina, invece, lo dissi solo io.

Poi ci baciammo un poco, scambiandoci il respiro.

Stringendoci la mano, lasciammo quella chiesa,

e intraprendemmo un viaggio che più non è finito.

Tramonto stradale

By Poesia 3 Comments

tramonto stradale firmato

Scaraventa nel cielo

i pennelli rosati

ed intinti nel giallo

il Pittore impazzito

poi diffonde la chiazza

con le dita pentite

perché provi dolcezza

chi nel viaggio dispera…

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