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Ars poetica

By Poesia 3 Comments

Scrivendo carmi stupidi

molcisco il mio umor languido

e canto rimbombando,

un’armatura vuota

in una stanza vuota

in un palazzo vuoto

su un isola lacustre

di un vasto lago vuoto.

E occhi di bambina,

i miei occhietti vispi,

incontro dal passato

e un po’ mi riconosco.

Vate sul water bianco

inutile mi spendo,

un po’ di carta igienica

nell’acqua di un rimpianto

galleggiano i miei versi,

nulla di eterno, o amabili,

che forse mi leggete

sopracciglia aggrottando.

 

Rientra cantando/un mattino senile/nel vaso sbilenco/dei giorni finiti…

By Poesia 3 Comments

Perché, mi domando,

quel vecchio era lieto?

Garrivano intanto

rottami nel vento,

di navi sfinite,

bizzarre polente,

ma molto tornite.

Era solo un poeta

che, come è costume,

un po’ delirava,

parlando di rondini

e fiati d’aprile.

Noi scettici, intanto,

tremavamo nel manto.

Il sole d’inverno

pareva cristallo,

cantava d’argento,

però trafiggendo

la mano grinzosa

e lentigginosa

del vate inquietante

che, benedicendo

ora questo ora quello,

invocava la pasqua

stillando il suo sangue

di povero agnello.

(Dedicata ai poeti, che al primo sole d’inverno, cantano la primavera e ci credono pure.)

 

 

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