Perché, mi domando,
quel vecchio era lieto?
Garrivano intanto
rottami nel vento,
di navi sfinite,
bizzarre polente,
ma molto tornite.
Era solo un poeta
che, come è costume,
un po’ delirava,
parlando di rondini
e fiati d’aprile.
Noi scettici, intanto,
tremavamo nel manto.
Il sole d’inverno
pareva cristallo,
cantava d’argento,
però trafiggendo
la mano grinzosa
e lentigginosa
del vate inquietante
che, benedicendo
ora questo ora quello,
invocava la pasqua
stillando il suo sangue
di povero agnello.
(Dedicata ai poeti, che al primo sole d’inverno, cantano la primavera e ci credono pure.)
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