Svegliandomi al borgo
del sole mi accorgo.
Mangiando ti porgo
del pane di sorgo.
Dal ponte mi sporgo
e cado nel gorgo
del fiume che scorgo.
Poi muoio e risorgo.
Svegliandomi al borgo
del sole mi accorgo.
Mangiando ti porgo
del pane di sorgo.
Dal ponte mi sporgo
e cado nel gorgo
del fiume che scorgo.
Poi muoio e risorgo.
Sto creando una mousse
vernale anticipata
primavera destrutturata
un po’ di sole e petali di rosa
odor di fieno e stalla afosa
connubi d’amore
e note del canto alto
di un asino pazzo al pozzo
che raglia alla luna rossa
e argento rotto di onde di mare,
tutto tritato da spalmare
sul pane di sorgo nero
di questo inverno spettrale.
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