Colpa di chi, ì, ì
se sento quest’eco,
se penso a un bel sogno?
Volevo soltanto
una pausa ai miei giorni
e poi ritornare,
con gli occhi di mare
e la pelle dorata,
già pronta a espiare.
E adesso non so
se vorrò più partire,
gravata nel cuore
dai vostri presagi,
la schiena già curva
di danni e di anni
e le vostre radici
a farmi inciampare
sul sentiero del dubbio,
tortuoso e straniero.
Grazie, ma grazie,
amici solerti,
per cui la speranza
è fonte di danno!
Affidatemi dunque
a medici esperti
con l’autoptico ghigno
già chino sul cancro
dell’estremo sconforto
di chi è già morto dentro!
Nota: L’immagine che ho scelto per illustrare questa mia poesia è un acquerello di Riccardo Scarpellini, che mi è sembrato particolarmente adatto ad esprimere lo sgomento di un’ anima tormentata.
Commenti recenti