Senza di te, le tue piccole abitudini
a volte così moleste, ma così tue,
il tuo passo dolcemente claudicante,
io non vivo più, mio dinamico peluche,
caldo mite animale.
Tu mi disegni la casa,
i suoi spazi con invisibili segnali,
sei qua, sei stato là, tu ci sei
anche quando te ne vai.
Non mi lasci mai, ti odio a volte,
quando ambiguamente non sai
se mi ami o non mi hai amato mai.
Ma menti, io so che menti,
me lo dice la tua mano che intanto
mi tocca come se con le dita
mi baciasse tutta e non mi lascia scampo.
Mi mangi, ti mangio,
stiamo al caldo insieme in questo letto
cui la vita scivola sotto
e tutto il bene e tutto il male
è insieme unico e banale.
Scandita da te,
dai tuoi umori,
dalle tue dita d’acqua
che bagnan le mie dita,
dall’ inutilità del dire
sempre evitando il fare,
così scandita,
scorre la rena amorfa
che un tempo fu la vita.
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