Tanto tormento
mi danno questi sogni,
così che le mie notti
non sono mai rimedio
alla ferinità dei giorni.
E quel pensiero ingenuo
che mi fa quasi esclamare:
“Che bello, si fa sera!”
al buio si tramuta
in un affanno estremo
e guardo, ad ogni ora,
il tempo che mi manca
al sorgere del sole.
La qualità efferata
di squallidi ospedali,
gli inseguimenti a morte
di perfidi assassini
e pazzi squilibrati
e io che scappo sempre,
e sempre al buio pesto,
su strade di montagna
e in fondo urla il mare,
e ancora e ancora torno
a farmi torturare…
Miei cari babbo e mamma,
sapete dirmi adesso
dov’è quel dolce sonno
che si promette ai bimbi,
cantando con dolcezza,
canzoni per cullare,
con fonti al latte e miele,
e pomi tutti d’oro,
palazzi principeschi
e splendidi domani?
L’immagine che ho creato per illustrare la mia poesia intende essere un modesto, ma sincero omaggio all’ artista Vittorio Accornero
Commenti recenti