Caro dottore,
dammi l’ansiolitico,
levami l’ispirazione,
baratto con l’anestetico
l’afflato poetico.
La sensibilità mi rovina,
dammi una medicina,
voglio guardare il cielo
solo per sapere
se domani si va al mare,
senza accorgermi dei colori
e dei ritratti di dio
fra le nuvole,
coronati da raggi di sole,
che posso vedere
nelle pareidolie anemofile
delle mie sere.
Dottore, fai di me
una mucca pasciuta
che rutta sapori aromatici
e si contenta di ruminare
il pasto vegetale
prima di dormire
senza provare rimorso
se ha ingoiata farfalle
e margheritine intere…
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