Parliamone, allora, di questo mio viaggio
di rutilanza ad occhi chiusi e luce surreale,
perché, da adesso in poi, non mi vorrei svegliare…
Godermi per un poco la follia che tutto scusa,
la pelle nuda esposta al vento di una scia stellare,
frusciando di atomi eccitati e pioggia nucleare,
tanto, se do retta agli altri che non fanno che parlare,
senza peraltro mai una volta degnarsi di ascoltare,
mi ridurrò in amorfa poltiglia cerebrale,
pronta da impanare, per la frittura all’italiana,
ma non più buona per poter pensare.
Quindi ho deciso che partirò con Aladino,
su un sericeo e ben drogato tappetino
e mi darò al lusso anch’io di delirare,
conservando tuttavia il mio senno sulla luna
in attesa che qualcuno se lo venga a conquistare.
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