E mio padre piangeva,
lacrime pudiche deluse
di orgoglio ferito
subito ingoiate
dalla voracità dell’occhio.
-Niente diploma, quest’anno
sarò proprio bocciata.-
-Com’è possibile questo?-
-Papà, non ho studiato
non ho nemmeno un voto.-
-Puoi rimediare adesso?-
-Non c’è tempo purtroppo…-
-Perché non ce lo hai detto?-
-Io ve l’ho gridato
…proprio non ce la faccio…
e voi non sentivate.-
-Ma tu non sei malata!-
-Non te ne accorgi, papà?
Sto molto, molto male,
ancora una parola
e presto sarò morta,
abbi un po’ di pietà!-
-Ma la mamma lo sa?-
-È questo che conta?
Se mi aiutassi, papà…-
-Farai due anni in uno,
figliola, siamo qua!-
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