Se dovessi vestirmi
per fare paura,
mi truccherei la faccia
con l’indistinta luce
delle ore della sera
tingendo d’incertezza
le pieghe della bocca
e gli occhi, di paura.
Rovescerei le vesti
in modo che l’esterno
volgesse sull’interno
e il dentro, fuori.
Ho già lavato il manto
muffoso di dolore,
gettarlo sulle spalle
mi donerà il pallore,
il pianto sui miei morti
e tutte quelle ore
passate a disperare
per me, per te, per tutti,
quando ci buttò male.
Cadrà senza rumore
la rabbia dei nemici?
L’invidia dei gelosi
per quello che non ho
si giacerà scornata
dal senso della vita?
O la mia continenza
e la mia grande forza
li manderanno ai matti
perché l’abito vero
mi rende molto onore?
Commenti recenti