Tramontava il mio giorno
dentro a una bocca di buio
spalancata a occidente.
Con la bocca serrata
si tuffava nel niente
trascinandosi dietro
una sciarpa di luce dorata.
Tramontava il mio giorno
dentro a una bocca di buio
spalancata a occidente.
Con la bocca serrata
si tuffava nel niente
trascinandosi dietro
una sciarpa di luce dorata.
Aspettando in palude
un evento stupendo,
fenicottero stanco,
io consumo il mio tempo
nel salmastro confino
mentre migrano a stormi
da oriente a occidente
questi miseri giorni
e non cambia mai niente.
Quale colpa di madre
o mio orrendo delitto
mi ha legato le ali
perché mai io sfrecciassi
come lancia nel cielo
a ferirne l’azzurro?
L’amata città
già schiarisce a occidente
cluster di sole
(Tanta musica, oggi, per le orecchie del cuore…)
Di nuovo fortissima
la tentazione
di allontanare la sera,
ma non so come fare.
Ascolto i merli cantare,
così liberi apparentemente,
così legati alle cure del nido,
covare, imbeccare…
Ah, se avessi le ali
volerei contro il tempo
da oriente a occidente
per sempre e per sempre,
fino a rinascere ancora.
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