Skip to main content

Lettera al papa

By Senza categoria 2 Comments

Caro Jorge Mario Bergoglio,

caro papa, ti do il mio consiglio:

Occhio a Volodymyr e a Giorgia, il ministro!

Saran pure fratelli, quei due,

ma non sanno di pace e perdono.

Sì, fratelli sarebbero tutti,

perché tutti figli di Dio.

Dovresti sapere anche tu,

caro papa argentino,

che hai scelto di chiamarti Francesco,

come il grande Francesco di Assisi,

che anche i russi lo sono, fratelli,

e che la pace non vuole armamenti,

né pasticci di Inglesi o Cinesi,

Americani o paesi UE

Il tuo posto sarebbe là al fronte,

tutto solo e vestito di bianco

a cercare fra morte rovine

due nemici, obbligarli a guardarsi,

per scoprirsi non troppo diversi

e impauriti e stanchi e delusi

e con buone parole ispirate

da chi regna nell’alto dei cieli

li farai ritrovare fratelli

e un abbraccio farà il giro del mondo

e la pace, vedrai, tornerà

e, col tempo, l’amore e il perdono.

E se un cane fra quelle macerie

ti verrà a leccare la mano

capirai che ti vuole alleviare

le fatiche e le pene del cuore

e non avrai che da alzare la mano,

benedire e lodare il creatore.

 

Il balzo della tigre

By Poesia One Comment

tigrizzazione-dellio

Il mio animale?

Sempre stata la tigre

per la faccia beffarda,

per lo sguardo che irride

e per gli occhi a fessura

che non hanno paura,

col ruggito potente

e il coraggio che preme.

Col passare degli anni

io non sono diventata

una fiera spelacchiata

tristemente anziana

che vaga da sola nella savana…

Sono sempre stata buona,

con la zampa disarmata

e l’artiglio retratto

come quello di un gattino

nel cuscino del perdono,

ma, potente e ben nutrita,

il mio olfatto è ancora buono,

la mia vista vi perfora

miei nemici spudorati,

che attentate alla mia tana!

Halloween (la maschera vera)

By Poesia 5 Comments

halloween-2016hal-16-la-zucca-vampiro

Se dovessi vestirmi

per fare paura,

mi truccherei la faccia

con l’indistinta luce

delle ore della sera

tingendo d’incertezza

le pieghe della bocca

e gli occhi, di paura.

Rovescerei le vesti

in modo che l’esterno

volgesse sull’interno

e il dentro, fuori.

Ho già lavato il manto

muffoso di dolore,

gettarlo sulle spalle

mi donerà il pallore,

il pianto sui miei morti

e tutte quelle ore

passate a disperare

per me, per te, per tutti,

quando ci buttò male.

Cadrà senza rumore

la rabbia dei nemici?

L’invidia dei gelosi

per quello che non ho

si giacerà scornata

dal senso della vita?

O la mia continenza

e la mia grande forza

li manderanno ai matti

perché l’abito vero

mi rende molto onore?

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: