Cielo di chiostra scuro,
mi chiudi come un muro.
Non trovo via di scampo
alla tragicità del tempo,
eppure stamattina,
guardando molto in alto,
vidi un gabbiano immenso
con l’ascia trasversale
dell’apertura alare
infrangere in silenzio
le lacce di quei nembi
che legano la mente,
che fermano il respiro.
Sparì in un’ascensione
quasi miracolosa,
lasciando giù stremata
la voglia di fuggire
che in me s’agita ancora,
ma teme di morire.
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