Che un figlio compia quarant’anni
sembra impossibile a una madre,
che si vede ancora intenta ad allattare.
Gli sorride quando passa a salutarla
e si stringe nelle spalle un po’ incurvate
per non sentire tutta la sua fretta
e la sua necessità di andare.
Gli legge gli occhi belli e troppo stanchi
e lo vorrebbe solo consolare
per tutte le promesse che gli ha fatto
quando lo teneva in braccio
per farlo addormentare,
e che la vita non volle mantenere.
E non gli annusa il collo,
come quando era bambino,
mentre si chiede dentro il cuore
se riconoscerebbe ancora al buio
quel suo grande cucciolo sbarbato
profumato, cortese ed elegante
che le illumina la casa quando arriva
e quando se ne va le lascia la speranza
di vederlo ancora ritornare.
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