Oggi, a Castiglioncello,
mi sono seduta al caffè
della piazza, c’era il sole,
niente vento, una metamorfosi
del tempo che germinava viole
nel grembo dell’inverno,
promettendo un marzo caldo
e fecondo. E c’era la mia corte
di passeri affamati, dignitosa,
senza mendicare mi guardava
con tanti occhiuzzi tondi, attenti
e io facevo la mia attesa mossa
seminando briciole a spaglio
con ampio gesto divino,
un paradiso in terra, la manna.
E c’era un piccoletto bruno,
di piuma, diverso dallo stormo,
bello, sano, forte,
ma terribilmente tardo.
E io che fintavo per dargli
un poco di cibo. Finta a destra,
lancio a sinistra. E sono riuscita,
un poco, a sfamarlo, pensando:
Piccolo figlio, troppo mite…
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