Io sorpresi le dita dell’alba
a esplorare te e me abbandonati
nel groviglio di sogni e di coperte
che ci è dolce dimora e indugio.
Poi più niente.
Perché il sole in deliquio suicida
si era avvolto in precoce sudario
e i drappi funerei dei nembi
rivestivano i passi del giorno.
Vedovile sgranarsi di ore,
già s’intride di pianto il mattino.
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