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Halloween

By Poesia 5 Comments

Pare che sia la notte 

di Halloween, questa.

Per divertirmi davvero

non ho che da ascoltare 

il mio orrore, guardare il cielo

 che mi si manifesta

 come  una ruotante tormenta

e mescola pezzi 

di ciò che a me resta

del giorno, della vita, di un amore,

una specie di azzurra tormenta,

col cuore fermo

nell’occhio del ciclone.

E intorno la vorace ruberia del tempo

che tutto nel nulla 

vorticando risucchia…

 

 

Strega d’antan

By Poesia 4 Comments

C’era un tempo in cui giocavo

e con la gonna lunga scura

e le scarpacce vecchie a punta,

i miei capelli un po’arruffati

e smocked eyes truccati,

per halloween da strega mi vestivo

con quel che nell’armadio conservavo.

Come ancora adesso, allora io ti amavo

ma con tanti meno anni addosso

da trascinarti al pub, tu che eri così schivo

per bere un po’ di vino e ridere di noi.

Sai, io ci credevo, di essere un po’ strega,

forse per gli occhi verdi o per la mia pretesa

di vivere per sempre, senza invecchiare mai.

Da quando mi è successa la cosa che tu sai

io non ci ho più creduto e non ci crederò più.

Mai.

 

Halloween ai tempi del Corona

By Poesia 2 Comments

Tu dirai: “Che novità!”

E non hai torto, ragazzo.

Stasera sono triste e lo confesso,

mi sia è aggrappata al cuore

questa luce artificiale rossa

che tenta di scaldarmi il malumore

con le inventate stelle dei faretti

che artigliano le tende polverose

coi riflessi adunchi ad attaccarsi

al cielo nero, fuori, in qualche modo.

Niente mi allevia dall’ondata

di lecita paura di morire sola

in questo mondo stolto e sciocco.

E l’ambulanza intanto passa

e grida: “State attenti, non aprite

alla morte, la notte di Ognissanti!

State a casa per Halloween, quest’anno,

bevete del buon vino con gli amanti

e poi di corsa a letto a far l’amore!”

 

 

Halloween (la maschera vera)

By Poesia 5 Comments

halloween-2016hal-16-la-zucca-vampiro

Se dovessi vestirmi

per fare paura,

mi truccherei la faccia

con l’indistinta luce

delle ore della sera

tingendo d’incertezza

le pieghe della bocca

e gli occhi, di paura.

Rovescerei le vesti

in modo che l’esterno

volgesse sull’interno

e il dentro, fuori.

Ho già lavato il manto

muffoso di dolore,

gettarlo sulle spalle

mi donerà il pallore,

il pianto sui miei morti

e tutte quelle ore

passate a disperare

per me, per te, per tutti,

quando ci buttò male.

Cadrà senza rumore

la rabbia dei nemici?

L’invidia dei gelosi

per quello che non ho

si giacerà scornata

dal senso della vita?

O la mia continenza

e la mia grande forza

li manderanno ai matti

perché l’abito vero

mi rende molto onore?

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