Sembrano mani
queste alghe palustri,
giochi di bambino
in un bianco lavandino,
baluginando a sera
ricordi e proiezioni
di ombre del passato
a assorbimento lento,
un filtro di memoria
in questo gran silenzio.
Sembrano mani
queste alghe palustri,
giochi di bambino
in un bianco lavandino,
baluginando a sera
ricordi e proiezioni
di ombre del passato
a assorbimento lento,
un filtro di memoria
in questo gran silenzio.
Però fai attenzione!
Saranno state le streghe di ieri,
così belle nel tramonto rosato,
con le scarpe dalle punte sottili
e l’incedere fiero e studiato
di chi è arso sul rogo e rinato,
saranno state le streghe – dicevo –
a ammaliare le nostre serate,
la laguna e l’aria estivale
da ieri e per sempre, ridendo
di tutti i mortali e di noi.
E così stai attento – dicevo –
perché subirai la tristezza
così fonda fa farti morire,
così dolce da farti annegare
in un denso tramonto sull’acqua,
così rosa che vorresti fuggire,
ma non puoi, goloso del filtro
che ti cola dalla bocca nel cuore.
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