La mia vena profetica,
emorragia di verità
precoci e preoccupanti,
me la vorrei strappare
dovunque sia nel corpo
o intorno al cuore.
Perché non serve a niente
sapere tutto prima
e non avere avuto in dono
altra virtù divina
che l’arte ciarlatana
dell’essere indovino.
Però lo grido forte:
Prevedo la vergogna
e sangue di innocenti
e guerre all’arma bianca
e faide inconcludenti…
Benché non serva a niente
e che non stia al veggente
mutare in nessun modo
il corso degli eventi,
ancora ve lo dico:
È tempo per noi di amare
ed essere accoglienti,
vedere i propri figli
in tutti gli innocenti…
Aspettavi sempre di riandare
in quel luogo dove già sei stata,
vuoi per la radura fra i castagni,
dove la casa di pietra ti aspettava
e la serena sera dell’amore
il fuoco acceso e tutto il resto,
vuoi per il prato in cima al colle
e tu alla testa dei tuoi molti figli,
come un’anatra che il nido
conduce pigolante al fiume
e ti scoppiava per la gioia il cuore,
soltanto a immaginare…
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