Eccomi qua,
mia adorata ragazza,
ecco qui la tua amica
che è venuta per te.
Che poi io sarei te,
duplicata per caso,
forse nata allo specchio,
solamente cercando
un sollievo allo spleen.
E chi meglio di un clone,
privo anche di corpo,
se non quello prodotto
da un pensiero sottile,
potrà mai consolarti,
chi migliore di me?
Vedo tutto e so tutto,
so le rughe sul viso,
i dolori alla schiena,
lo sbiancarsi segreto
dei verdissimi occhi,
il gerontoxon vile,
che soltanto la morte
velerà di pietà,
abbassando un amico
le tue palpebre meste,
fisse allora per sempre
sulla tua eternità.
So la voglia d’amore
che ti brucia in segreto,
mentre il corpo in declino
si vergogna di te.
So le corse che sogni
le tue mete proibite,
la tua fame di tempo,
che nessun ti darà,
ma non trovo parole
per ridarti il sorriso…
Forse puoi regredire
nel tuo avatar falso,
quel profilo che avevi
molti, troppi anni fa
e, credendoti bella,
far le cose che sogni,
finché fiato ti resta,
ogni giorno far festa.
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