Ero bella, malata,
bianca, splendente,
quando segretamente
caddi innamorata.
di un uomo assai più grande.
Fu allor che mia sorella
prese a desiderare
un cane ardentemente.
Mia madre lo negava,
mio padre, conciliante,
fece apparire in casa
quattro pappagallini
Non fu la stessa cosa.
Li nutrivamo a turno
con semi piccolini.
Quei carcerati, alati,
di certo disperati
mai vollero cantare.
Vicino alla finestra,
al di qua della gabbia,
anch’io guardavo il cielo,
fingendomi in prigione
e forse già lo ero,
languendo di dolore
invece di volare.
Dei poveri uccellini,
ci fu chi prese un male
e non potè guarire,
chi, coraggiosamente,
prese la via del sole,
non volle più tornare.
Romeo rimase solo
e prese a gorgheggiare
per un intero giorno
e poi morì d’amore.
Io, molto lentamente,
volli dimenticare,
piano guarì il mio corpo,
e, mai del tutto, il cuore.
Ora son qui che vivo
e vivo gorgheggiando.
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