Poi un giorno
mi si è rotto il cuore,
quello destro,
dice il mio dottore.
Io sento solo la fatica
persino di sognare.
E poi c’è quella molla,
troppo lunga
nel passo delle spire,
che non si è più riavvolta
a forza di caricare.
Io soltanto la vedo
e la posso toccare.
Sapessi come pende
verso il ventre
da uno squarcio
immateriale,
chirurgicamente inferto
dalla pietà e dall’amore
ogni dannata volta
che ti vedo soffrire!
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