Te ne vai, befana mia,
verso una microluna lontana,
salutata dal coro dei lupi,
incalzati da urgenze d’amore.
Un puntino lassù, controluce,
eppure sei tu, amica strana.
Te ne vai, befana mia,
verso una microluna lontana,
salutata dal coro dei lupi,
incalzati da urgenze d’amore.
Un puntino lassù, controluce,
eppure sei tu, amica strana.
Quando sto male
io lo guardo e mi dico:
“Sarà ora di cambiare!”
Or è vent’anni
e sembra ieri…
Il mio avatar
è un fortunato scatto
in pieno controluce
ed è il ritratto vero
di un’ostinata grazia,
il permanere in me
di una bellezza
che non temeva gli anni.
Oh quanto fu vero!
Era la mia anima scura
di poeta con la piega amara
e le farfalle dentro il cuore
e nei piedi la voglia
disillusa di danzare.
Ora che, appesantita
(sempre più bianca
la mia faccia di luna,
gli occhi ancora belli,
ma col tramonto impresso
come un velo di bruma)
somiglio a una falena
polverosa, il mio volo
sfarinato fa rumore…
Alza la sua fragilità di rami spogli
ed è per via del sole che ti accorgi
che t’appariva vizza e vecchia e secca,
poi guardi controluce e sai che indossa
un seducente trapuntato manto:
La primavera arriva verdeggiando
e il sole la rivela nel mattino,
di gemme e nuove foglie adorna,
ancora così acerba, un giorno donna.
Sono semplicemente
alberi controluce,
sono verdi,
ma sembrano neri,
non c’è niente,
ma proprio niente
da aver paura.
Resto a guardare.
Il futuro si annida
nelle ore bastarde
della sera e trema,
sentissi come trema
il cuore. Così grande pare
la devastata attesa
di un domani
che non sia peggiore…
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