Non asseconderò
il tuo asservimento alla morte.
Lo so che provi dolore,
che non è colpa tua,
che la paura ti plagia
e di distrugge la gioia
nell’ infinita attesa
di una fine che non pare
così pronta ad arrivare.
Povero tesoro
che ti mesci il veleno
da solo! Ascolta:
Una volta conobbi
un bambino malato
d’autismo, con il braccio
che pareva uno straccio…
Volevo salutarlo,
stabilire un contatto…
Ecco, tu che ancora puoi,
afferrala, questa mia mano
che allora tesi invano!
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