Un giorno mi baciasti
con la tua bocca impura,
trovasti una bambina,
il fragile stupore,
l’ostilità dei denti chiusi
a tutto quel piacere…
Portavi i calzini bianchi,
forse a quel tempo usava,
occhiali grossi spessi,
lo sguardo da ingegnere,
paziente intelligenza,
difficile da dire…
E mi cantasti “Zingara”
storpiando le parole,
credo per farmi ridere
e farti perdonare.
E c’era l’erba in fiore,
lassù sulla collina,
lontano, muto, il mare
ed il silenzio spesso,
canti di vento australe.
Faceva quasi caldo,
avevo le guance rosa,
morivo di paura
e qualcos’altro ancora.
Poi tu te ne andasti,
non lo trovasti il tempo
per insegnarmi a amare…
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