Braccia ospedaliere
si dibattono
con i loro strani fiori
peduncolati in cannule
ovari i di coaguli
epidermici plissè
di petali. E musica
di flebo trombolitica
festini di prelievi
per orge fra cadaveri
in albe un po’ drammatiche…
Braccia ospedaliere
si dibattono
con i loro strani fiori
peduncolati in cannule
ovari i di coaguli
epidermici plissè
di petali. E musica
di flebo trombolitica
festini di prelievi
per orge fra cadaveri
in albe un po’ drammatiche…
Sinciziale, alzati!
Sei troppo bella
con i visceri estrusi
senza pudore.
Ma adesso ascoltami,
sono il tuo riflesso
in questo specchio,
sono come tu mi vedi
coi tuoi occhi,
così fidati di me:
È ora di andare.
Flebiti profonde
della mente e del cuore,
coaguli di sogni
andati a male,
viluppi di speranze
e delusioni
con i loro colori
sono asociali
e molto spaventosi.
Rimettiti la pelle,
se proprio vuoi restare.
Questo vasto cielo
tutto scritto di nubi
sbandolate a caso
da un fiato di vento
pare in primavera
per quegli orli d’oro
che guarniscono a caso
il suo bordo slabbrato
a svelare l’immenso…
E invece è inverno,
mio spaventato amore,
e pioverà più tardi
da coaguli di cirri serotini
e dai tuoi tristi occhi
fissi sull’oltre immaginario
di un futuro estremo.
Ma io ti salverò dal tempo
col caldo del mio corpo
ricoprendoti a sedare
i tuoi terribili tremori
e sarà notte e dormiremo.
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