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La sposa

By Poesia 5 Comments

Mi vestirò quel giorno

con vesti sottili,

drappeggiati amanti

nelle mie carni, mani sonore

di violoncello.

E per volare,

sul battito forte del cuore,

fughe rincorse di organo

in volte di chiesa.

Sarò la sposa del vento

e dal tempo, cantando anch’io,

me ne uscirò leggera.

 

La chiesa

By Poesia, Senza categoria No Comments

Solo un blando riflesso

di chiesa sfumata

in una vetrata a specchio.

Dilavamento di sabbia e di vento

con quel tanto di pioggia,

ma solo d’inverno.

Nessun rimpianto.

Eppure, al bar qui di fronte,

con un caffè in mano,

per sorbire le ore,

che son sempre più lente

quanto più l’età avanza,

c’è una donna seduta

con l’anima in mano

che guarda e riguarda

la cupola azzurra

nella lieve prigione

di chiaro cristallo

e giochi astratti dei raggi

del sole a settembre

e si domanda

se adesso sta meglio,

che più non si stona

con inni e preghiere,

pentimenti, peccati,

perdoni e campane

per sognare l’eterno, il dopo

beato. O se era più bello

temere l’inferno

che attendere, invece.

l’istante più odiato,

quell’attimo prima

dell’essere stato.

 

 

Sogno in lutto

By Poesia 5 Comments

vetrata fantastica bagnata

Stanotte sono stata

a un funerale

in una grande chiesa

dove non volevo andare

con musiche tremende

da strappare il cuore.

E poi ho visto un vecchio

che quasi non stava in piedi

per gli anni ed il dolore

e stringendogli la mano

ho sentito quanto grande

fosse stato quell’amore.

 

Aperitivo

By Poesia No Comments

trombettista

Lui è tornato,

il trombettista stonato

di besame mucho,

e ha ampliato il repertorio,

dopo un mese e passa

in cui era sparito.

Suona all’angolo di casa mia,

stasera a quest’ora,

che, col fuso orario

di questa mia città

indolente da sempre,

è l’ora dell’aperitivo

e non ci sono santi.

Chi allatta, allatta al bar

e c’è un asilo nido

sotto il tendone rosso

al freddo di novembre

ed è pure strappato.

Come il musicista

sgangherato

rattoppa brani alla rinfusa,

pescando fra i buchi

della memoria ubriaca,

così fa l’anima guasta

e cerca nel passato

qualcosa di diverso

dal dolore

e non lo trova.

E suona quasi a morto

la campana della chiesa,

ma non potrebbe

adeguarsi, dico io,

a questa nostra volontà

disperata di sperare,

adeguarsi al nostro ritmo

e festeggiare?

 

 

Entomologia

By Poesia 3 Comments

Farfalla spillonata insanguinata nel cielo dell'aurora

Le sette della chiesa

e un gran silenzio intorno.

Trafitta dal mio spillone,

io, povera farfalla,

giaccio inchiodata al giorno

e tingo di questo sangue

la carne dell’aurora

che lenta si fa rosa.

Haiku

By Poesia No Comments

nero di pioggia firmato

Gocce di pioggia

sopra il nero del cuore

fresche speranze

 

Poesia

Non troppa!

gocce di pioggia sul mio viso

Rotola rintocchi

la campana della chiesa

in anelli di foschia,

ristagni di speranza

in questo cielo nero,

sembra una sera d’inverno

ma è mattina.

Si coagula il respiro,

ed è preghiera:

Che cada la pioggia

a dissetar la vita mia,

amen amen e così sia!

Rosa di maggio

By Poesia No Comments

ombra-della-rosa

Uovo all’occhio

mela e purè,

questo stasera

io mangio

e non desidero altro.

Era il mese di maggio,

ricordi, mammina?

Nonna Amalia

mi portava al rosario

ed il sole al tramonto

decorava la chiesa

con l’ombra lunga

e nera della rosa

che di rosso

fuori splendeva.

Ah, come mi sentivo buona!

Tu, a casa, intanto,

preparavi la cena.

Piccole icone (il vero matrimonio)

By Poesia, Senza categoria No Comments

icone

Il vero matrimonio fu celebrato un giorno,

non mi ricordo quando, ma c’era il sole e tanto,

almeno quello dentro. Non mi ricordo dove,

ma certo fu sul mare, quel piccolo paese…

Il tempio, una vetrina, di quelle fatte specchio.

Tu fosti il celebrante, e questo il breve rito,

guardandoci riflessi, dicesti col sorriso:

“Siamo una bella coppia e avremo due bambini.”

Espressi il mio consenso, scandendo loro nomi,

anzi, per il maschietto, lo pronunciammo insieme,

per la bambina, invece, lo dissi solo io.

Poi ci baciammo un poco, scambiandoci il respiro.

Stringendoci la mano, lasciammo quella chiesa,

e intraprendemmo un viaggio che più non è finito.

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