Mentre il vicino di sopra
mi passeggia la mente
e confondo i suoi passi
con quelli morti della zia,
il passato col presente,
e mangio a colazione
biscotti magri di cartone,
bevendo un te indecente
che non contiene niente,
nemmeno un po’ d’oriente,
canta la voce del mattino,
il merlo nero nel giardino,
fischia una melodia stanziale
e io mi sento molto male.
Sono un pirata storpio
e il vecchio cacatua
che grava la mia spalla
con la sua voce chioccia
mi parla come sempre
dei viaggi che faremo
nei mari più lontani
coi soldi del tesoro
che un giorno troveremo.
Lo fa da troppi anni
e mi defeca addosso,
senza nessun decoro.
Nemmeno io lo scaccio,
non ha più dove andare,
lo sa che non gli credo,
ma mente per amore…
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