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Marina Cala de’Medici

By Poesia No Comments

Regalami un giorno

per andare al mare!

Ho in mente una baia

da dove è facile partire

per quel vecchio sogno

del viaggiare.

Perché c’è il canto di sirena

del sartiame pizzicato

dal sinuoso vento,

indiscreto amante

che sa dove toccare

e le polene con i turgidi seni,

eccitate dal viaggio,

già così offerte

alle carezze d’onda

e l’orizzonte chiuso verginale,

la voglia di varcarlo,

e l’ignoto possedere.

E c’è il rimpianto del partire,

con un fiato di terra,

pungente di pino,

polveroso del verde

del lecceto con le ghiande,

che, dai polmoni entrando,

poi ti lega il cuore.

E c’è il mio corpo stanco

ancorato al tavolino

di un fondale non marino

e l’azzurro d’occhi

della cameriera

del mio bar…

E tu che mi dipingi il mondo

e siamo qua…

 

Ho inserito nella mia immagine una copia ridotta di un acquerello di Riccardo Scarpellini, che ritrae un particolare della piazza che si apre sulla baia. Appoggiata a un tavolino del bar, l’opera, benché micronizzata, intende essere un omaggio al suo talento e un ricordo delle ore passate a sognare insieme, proprio in quei luoghi.

 

 

 

 

Il mio cuore solstiziale

By Poesia 4 Comments

 Io, già sorpresa in agguato

dalla viltà del natale

che, dalla vanità della neve

dei suoi accampamenti invernali,

mi raggiunse a Livorno

colpendomi alle spalle

con una pugnalata

sottoscapolare,

pneumotorace esistenziale,

mi rifugiai al triage

di quel piccolo bar

di via Grande

per respirare.

La cameriera,

vestita normale,

mi domanda operosa

che cosa mi può portare

“Una cioccolata calda!”

singhiozzai moribonda.

(E chi se ne importa

se fa ancora caldo

sotto l’alito affranto

di un libeccio epocale?)

“Ma che sia dolce non troppo

e molto, molto amara

per buttar giù in pochi sorsi

i miei vecchi vecchi ricordi…”

…Io già sorpresa in agguato,

oramai quasi morta,

mi buttai ieri sera

dentro il letto a riposare.

Verso l’alba,

incalzando ancora

un gran vento e il tenebrore,

riprese a battere piano,

sotto il palmo

della mia stessa mano,

il mio cuore solstiziale.

Per ricominciare…

 

 

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