Invereconda incudine
che pesi sul mio petto
facendo risuonare
i colpi del tu maglio,
fattrice di scintille
e, molli come cere,
di immagini di fuoco,
tanto per tormentare.
Sapessi quante notti
io cerco il mio passato,
già freddo, già forgiato,
che tanto mi riguarda
e in me delira il magma,
battuto e ribattuto,
di un tempo non formato
che ancor non mi appartiene!
Intanto il mio respiro
si immola in vapore.
Che n’è della mia vita?
Che n’è dei parti grami
che volli in bronzo eletto
e invece sono scorie?
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