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Ubriaca d’infinito

By Poesia No Comments

Io triste

per questo scivolare via dei giorni,

sapendo di mattina le ore fino a sera.

Che importa se si è fatta l’aria lieve

e sotto la città sferraglia greve?

Signora di una casa che è prigione

mi avvito sui miei spazi e mi ci inchiodo

e il sangue scorre piano fino ai piedi…

Madonna di un altare senza santi

intercedo presso me per sopportarmi

e immenso canta da sparuti mantici

quell’organo dai sogni reso grande

che sfonda con le canne tutto il cielo,

visione di etilismo condiviso…

 

Eternità senza Giudizio

By Poesia 2 Comments

Twins Bar di  Navacchio                                                                                        Foto di Silvia Cavalieri

 

Ci sarà un cielo pieno di fiori,

come quando la *dea vide il mondo

e lo volle tenere per sé.

Porteremo vestiti sottili,

per andare correndo sul mare

e volare nell’aria leggeri

e saremo belli per tutti,

pur essendo gli stessi di ieri

e la morte starà chiusa in un posto,

senza avere potere sul tempo

e vivremo così lietamente

che vorremo durasse per sempre.

 

*Mi riferisco qui alla dea del film “Dio esiste e vive a Bruxelles.”

 

Saluto all’aurora (lipogramma in G)

By Poesia 2 Comments

Benvenuta aurora silente

che pure riverberi ovunque

come una musica ampia.

Il coro patente dei rossi

fuso coll’ocra ed il viola

tracima in dolci paludi

ove cantano i tremuli azzurri.

Adoro sentire i respiri

dell’aria che passa e cancella

le nubi, i ricordi, i castelli.

E stridono intorno i violini,

lamenti di vento dispersi

nell’etereo eterno divino.

 

Genova, Via Corsica

By Poesia 3 Comments

Mi ricordo

quel bel viale

dietro casa

e gli alberi

da ombra

e le panchine

prone a riposare…

Quanta pace

rubata

a quel po’ d’aria,

quante fughe

fatte apposta

per tornare…

E quella madre

che moriva

un poco al giorno,

la rotonda là in fondo

che abbracciava il mare…

 

L’acquerello, che illustra molto bene i luoghi e il mio struggente stato d’animo di allora, è opera di Riccardo Scarpellini.

 

A.C.E. (ante Covid eruptum) P.C.E. (post covid eruptum)*

By Poesia 13 Comments

*A.C.E. (Ante covid eruptum) P.C.E (post Covid eruptum)
Piccoli segni per grandi passaggi epocali…
Secondo febbraio
di epidemia.
A.C.E. fu meglio.
Odorammo nell’aria
sentori di viole,
ora ai nasi in galera
arduo è fiutar primavera.

 

L’odore delle stagioni

By Senza categoria 2 Comments

Già assaporo nell’aria

con il mio naso saccente

qualche sentore d’autunno

e poco capisco l’insistenza del tiglio,

la persistenza mentale dell’odore,

come se il mio cuore battesse

il tempo di giugno e il suo sole.

Lo chiamano rimpianto, ma io no,

quest’anno è stato tutto così uguale

e, per certi versi, brutale. Addio lembi

di estate sdraiata sul mare,

lacerata a sangue dalle unghie

di un vorace dolore, il boia

delle mie ore! Quindi anche l’onda,

col suo trasparente chiarore,

mi rimanda l’olfattiva memoria

algale del nascere e del partorire,

pur nell’ostinata asciuttura

di queste mie misere ore. E respiro,

avidamente respiro anche la neve,

dell’immortale ghiacciaio

che il vento iemale risveglia

in bianche fumate di gelo.

Bellissimo peraltro l’umidore,

senza quasi rumore né odore,

del prossimo inverno a venire.

 

Maja enferma

By Poesia No Comments

Biscotti virtuali

impasto con le mani

avvezze a fare. Ore

di forzata coercizione,

punizione esistenziale.

Lame nei polpacci

di incredulo dolore

e i cuscini a soffocarlo

sul divano esposto al sole.

Corpo inerte,

decontestualizzato,

come un decoupage

estratto da un bel quadro

e incollato sul niente.

Vascello alla deriva

nel mare delle ore lente.

Tu che rientri a casa,

roseo d’aria e di sole,

senti il sabato vicino

e racconti i tuoi progetti…

“Io domani ti farò i frollìni”

rispondo non a tono,

devo sembrarti matta,

ma mi posi un bacio

sulla guancia affranta,

sussurrando a fior di labbra

“Non importa amore!”

 

 

Respirazione alternata

By Poesia No Comments

 

Vorrei che tu capissi

quanto ti sto vicino…

Molto più che amore

è stato gemellaggio,

la vita condivisa

respirando la stessa aria,

una narice per uno,

tu con Pingala, io con Ida.

Come in un solo corpo,

il cibo fu lo stesso

per tutti questi anni

assaggiando le molecole

con una lingua sola,

piangendo le stesse lacrime

e il loro amaro sale

e con la stessa pelle

gustando le carezze,

le mani così uguali…

Le mani della notte

By Poesia 2 Comments

mani-nere-della-notte

Brani di musica cielo

sinfonia delle stelle

senza respiro di pause

per sempre. Così,

guardare in alto

è come amarti,

cercarti ancora

nel fragile tessuto

del nostro divenire.

Eco del ripensarti,

io sarò aria

e vento collinare

che scende dalle valli,

chiamerò il tuo nome

scrutando i cimiteri

per ritrovarti, amore

e indosserò

le mani della notte

per poterti

di nuovo accarezzare.

 

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