Appena il 19 agosto,
ti rendi conto?
Appare chiara
la melensa melma
di una sciropposa scia
di giorni non migliori,
non peggiori,
ma di attesa.
Aumenta l’umidità,
peraltro prevista,
di una stagione
che nasce
come brezza
sul mare
e tramonta
appiccicosa.
Quando ti lavi
e tamponi la faccia,
l’asciugamano
sa di guazza
e la melassa
di una tua promessa
non mi disseta
né mi rilassa.
Nella mia gabbia
vorrei cinguettare
come ci si aspetta
da una pennuta
preda graziosa
e piena di colore
che ben sa cantare.
Ma no! Tanto vale,
spuntami l’ale,
se non posso volare!
Lo so. Son cattiva
e capricciosa,
non dipende da te
lo stagnazione del tempo
e la punizione
di un futuro incerto.
La vita col vischio
mi ha catturato
e ha accecato
quella parte di me
che fu profeta
o, più semplicemente,
seppe sperare.
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