A un solo passo dal mare,
l’anima chiusa alla fuga
da un cielo pesante, presente,
di una piattezza pre-copernicana,
color lavagna appena inciso
da unghiate bianche di aerei
ora sopra di noi invisibili
al di là delle nuvole, parliamo,
gridiamo nel vento
le nostre notturne paure.
Nella testa pesante
un rumore di aerei
sarà il vento che parla
o la voglia di andare…
Per sottrarmi al destino
per il pianto che sento
dalla sera al mattino
… Non doverlo ascoltare!
Non esiste paese
con confini più sordi
di quanto urli il dolore
sono piccole gocce
del tuo pianto bambino
o quei fiumi impetuosi
della guerra e del male.
E rimango, scavata
come un petto senile,
sono solo una madre,
ma non posso cantare.
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